L'arte di saper fallire, Elizabeth Day

"Più scura è la notte, più luminose sono le stelle" scriveva Dostoevskij.  Ma allora perché le persone cercano di non soffermarsi troppo sui momenti in cui qualcosa è andato storto, hanno commesso errori  evitabili o l’universo ha servito loro una mano di carte davvero pessima?  Da quando, durante la seconda metà del XX secolo, si  è  affermato il  movimento  della  psicologia positiva,  ci siamo  ritrovati  a  essere  costantemente incoraggiati ad avere pensieri buoni e positivi senza indulgere nel negativo. L’effetto domino della positività, tuttavia, è stato quello di emarginare il fallimento e ora viviamo un’epoca in cui siamo talmente bombardati da  storie  di  successo  che  corriamo  il  rischio  di  ritrovarci   costantemente  impegnati  a raggiungere la perfezione, in cui i social media ci incoraggiano a credere.  E  se,  invece,  cercassimo  di accettare l’idea che capiteranno cose difficili e cose stupende, e che c’è molto da  imparare  solo  sperimentandole  entrambe?  Elizabeth  Day  ha  individuato sette princìpi chiave del fallimento, offrendoci  delle  strategie  non  solo  per incorporare il fallimento nella nostra vita quotidiana, ma anche per trarne giovamento. Perché solo quando si smette di stigmatizzarlo, il fallimento perde il potere di danneggiarci e può insegnarci qualcosa di utile su noi stessi.

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