Fin dai tempi più antichi la fragilità dell'uomo è sempre stata considerata un tabù: le donne possono piangere, mentre gli uomini non devono per non essere considerati delle femminucce. Il comportamento viene tramandato culturalmente da generazione in generazione, il risultato è nascondere il proprio dolore negando le emozioni oppure reprimendole, in particolare la tristezza e la paura, aumentando così la sofferenza, lasciando ampio spazio alla solitudine, all'aggressività e alla violenza - rivolta verso se stessi e verso gli altri.